Il Tartufo di Pizzo Calabro: una delizia dal cuore morbido

08

Febbraio 2022
Anna

Se diciamo tartufo, cosa ti viene in mente? Se il primo pensiero non è stato un fungo che cresce sottoterra ma un delizioso gelato, sei un inguaribile golosone.
La fama del Tartufo di Pizzo, piccola cittadina calabrese distesa sul Mar Mediterraneo a pochi chilometri da Tropea (nominata borgo dei borghi 2021) è estesa ormai in ogni dove.
Oggi ti raccontiamo come è nata questa deliziosa e calorica bomba di gelato, che addolcisce le estati di migliaia di famiglie in vacanza in Calabria e non solo.

Tartufo di Pizzo - Piazza di Pizzo Calabro

La tradizione gelatiera di Pizzo Calabro

L’uso di fare il gelato risale all’Ottocento, quando ancora bisognava prepararlo con le stecche di giacchio portate dalle montagne. Le prime regioni ad affinare la tecnica del gelato negli stampi d’acciaio furono la Sicilia e la Calabria, due regioni in cui la tradizione pasticcera era già molto forte, come appunto a Pizzo Calabro. Verso la metà del ‘900 la cittadina era già un punto di incontro per pasticceri provenienti da tutta la Calabria, ma anche dalla Sicilia e dalla Campania, che qui si davano appuntamento qualche volta l’anno per scambiarsi e condividere conoscenze e tecniche della pasticceria e della gelateria. La lavorazione del gelato in quegli anni era ancora piuttosto laboriosa e lunga, non esistendo ancora i frigoriferi (i frigoriferi diventarono un bene alla portata di tutti solo dopo gli anni 60), ed era fatta per lo più in ricorrenze importanti come le feste patronali oppure su ordinazione di ricchi nobili per rendere uniche le loro cerimonie. È proprio grazie ad una cerimonia di questo tipo che nasce, per caso, il Tartufo di Pizzo. Accade nel 1952 nella storica Gelateria Dante, da poco ereditata da un pasticcere di origine messinese, che in occasione di un importante matrimonio la gelateria esaurisca gli stampi per confezionare il gelato. L’intraprendenza del mastro gelataio lo portò a lavorare il gelato con le mani: unendo una porzione di gelato al cioccolato ed una di nocciola nel palmo della mano, praticò un incavo in cui inserì del cioccolato fondente fuso (i più attenti si saranno resi conto che questa è la procedura tipica per comporre gli arancini siciliani) per poi richiudere il tutto in un foglio di carta alimentare. Ecco nato il Tartufo di Pizzo, una “palla” irregolare e deliziosa, proprio come il tartufo fungo, da cui prende il nome.

La lavorazione artigianale del Tartufo di Pizzo

 Tartufo di PizzoAncora oggi il Tartufo a Pizzo viene lavorato sempre in modo artigianale con un’abilità manuale che vede i mastri gelatai eseguire senza alcuna difficoltà i gesti necessari a richiudere la palla di gelato senza far fuoriuscire il ripieno, un’operazione che può sembrare semplice, ma non lo è affatto per i non addetti ai lavori.
Gli ingredienti di qualità, la sapienza dei gelatai, l’utilizzo di macchinari spesso molto antichi hanno fatto di questa leccornia calabrese il primo gelato ad avere ottenuto il marchio IGP in Europa.
Ti diamo un consiglio: se sei curioso di assaggiare questa delizia puoi farlo tutto l’anno ma ovviamente l’estate è la stagione migliore anche perché Pizzo Calabro è in piena Costa degli Dei ed ha delle spiagge incantevoli, che vale sicuramente la pena visitare, quindi approfittane!

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