Il Massiccio del Pollino ed il Parco Nazionale

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Ottobre 2022

Oggi parliamo del Parco Nazionale più grande d’Italia, un polmone verde che la Calabria condivide con la Basilicata: il Parco Nazionale del Pollino. Istituito nel 1993, si estende per quasi 200.000 ettari dal mar Ionio al mar Tirreno inglobando 56 comuni e 3 capoluoghi di provincia (Cosenza, Matera e Potenza).
Nel 2015 il Parco nazionale del Pollino è stato inserito nella Rete dei Geoparchi dell’ Unesco, divenendo Patrimonio Mondiale. La vetta più alta e quella della Serra Dolcedorme con i suoi 2267 mt slm e si trova in provincia di Cosenza, ma altri 4 monti superano comunque quota 2000 mt: Monte Pollino, Serra del Prete, Serra delle Ciavole e Serra di Crispo. Le vette più alte sono coperte di neve per diversi mesi dell’anno e dalle loro cime, nelle giornate più chiare, si può vedere ad occhio nudo sia il litorale tirrenico che quello jonico.Parco del Pollino - Serra Dolcedorme

Caratteristica principale del parco è la ricchezza di rocce dolomitiche ed un buon numero di affascinanti corsi d’acqua che hanno creato delle imponenti gole di roccia levigata e modellata come nel caso degli alti costoni delle Gole del Raganello, una delle 4 Riserve Naturali Orientate (cioè zone di particolare valore per la conservazione del patrimonio paesaggistico e naturalistico) insieme alla riserva del fiume Lao e del fiume Argentino in Calabria ed alla riserva naturale del Rubbio in Basilicata.

La vegetazione e la fauna nel Parco del Pollino 

La vegetazione ricchissima crea paesaggi di estremo fascino, con intere foreste di faggi, aceri, pini neri, lecci, tassi, cerri, abeti bianchi, querce, castagni e, a quote più elevate, i maestosi Pini Loricati (simbolo del Parco). Il Pino Loricato, specie rara, resiste dove altre specie vegetali non sono in grado di sopravvivere, su ripidi pendii e in habitat più ostili. La maestosità di alcuni esemplari (dei ricercatori dell’Università della Tuscia hanno stimato l’età di un esemplare, chiamato poi Italus, in 1230 anni) ha fatto sì che il Pino Loricato diventasse il simbolo del parco.

Ma nel parco troviamo anche tante specie di fiori, come orchidee, genziane, gigli rossi, viole e campanule, oltre ad un gran numero di piante aromatiche ed officinali ed ai preziosi frutti di bosco (ad es fragoline di bosco e lamponi) e bacche varie.

A popolare i cieli ed i boschi del parco l’aquila reale, il falco pellegrino, l’avvoltoio, il picchio nero, il capriolo autoctono di Orsomarso, il lupo, la volpe, il gatto selvatico, lo scoiattolo nero, e poi tassi, lontre e cinghiali e tanto altro.

I borghi del Parco del Pollino 

Ovviamente una visita nel Parco Nazionale del Pollino non può prescindere dal passaggio attraverso borghi di estrema bellezza e di grande interesse per storia, cultura, tradizioni e cucina tipica. Castelluccio Inferiore, Rotonda e Viggianello sono tre comuni di grande interesse storico-archeologico nel versante lucano, mentre nel versante calabrese abbiamo Castrovillari, Papasidero, Mormanno, Morano Calabro, Civita e Laino Borgo. Degne sicuramente di nota sono le varie comunità albanesi insediatesi in questo territorio a cavallo tra il 1400 ed il 1500: Lungro, Frascineto, Civita, Plataci, San Basile, San Costantino Albanese e San Paolo Albanese. D'obbligo sicuramente una visita alla Grotta del Romito, un sito preistorico tra i più imnportanti d'Europa dove si trova l'eccezionale testimonianza dell'alte rupestre con l'incisione di un antico bovino, il "bos primigenius" sulla parete delle grotta; ed una visita valgono anche le importanti necropoli di Laino Borgo.Parco del Pollino - Serra del Prete

Escursioni ed attività nel Parco del Pollino

Nel Parco del Pollino c’è tanto da vedere, ma anche da fare: per avere chiare tutte le possibilità che avete in questo posto magnifico vi consigliamo di visitare in primis Catasta del Pollino, una struttura intesa come vera e propria “porta del Parco”, dove si possono trovare informazioni, materiale e prodotti tipici.
In questa sede vi anticipiamo che il Parco è perfetto per praticare torrentismo estremo, rafting (ricordiamo le avventurose gole del Raganello, tra le più affascinanti di Italia secondo molti esperti torrentisti), river tubing, trekking, mountain-bike, escursionismo, alpinismo, ma anche sci di fondo e speleologia.

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