Cambiare vita ripopolando i piccoli borghi d'Italia: sono in tanti a pensarlo, in tanti a farlo.

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Novembre 2021
Anna

Vi è mai passato per la testa di cambiare vita, per esempio di abbandonare l’appartamento in cui vivete, lasciare la metropoli e spostarvi a vivere in un posto più tranquillo, magari un piccolo borgo immerso nel verde?

Beh, sappiate che sono in tanti a pensarlo negli ultimi anni e molti anche a farlo realmente. Grazie soprattutto a molti progetti di ripopolamento dei piccoli borghi d’Italia, a partire dai paesini nelle montagne del Piemonte, passando per i paeselli arroccati sull’Appennino, fino ad arrivare ai piccoli borghi del Sud Italia, si sta dando la possibilità a tante persone di cambiare vita ed a tanti paesi che rischiavano di diventare abbandonati, di risplendere di nuovamente, di ripopolarsi, di pulsare di vita nuova.

L’idea di base parte dalla riscoperta dei territori, nella maggior parte di questi piccoli borghi non manca niente per vivere bene, l’aria è pulita, la vita scorre tranquilla a contatto con la natura, il cibo è spesso prodotto dall’agricoltura locale e questo garantisce genuinità e la sapienza di lavorazione delle materie prime è ancora (ma non per molto se non vi riponiamo la necessaria attenzione) testimoniata dalla presenza degli abitanti autoctoni che negli anni hanno resistito allo spopolamento.

Ci sono, in Italia, circa 6 mila di queste realtà, piccoli paesini pronti ad accogliere nuovi cittadini (non soltanto turisti) per un totale di 2 milioni di case vuote.  Esistono peraltro diversi progetti di ripopolamento dei borghi: alcuni puntano sulla “vendita” di case disabitate a cifre simboliche (anche 1 euro) prevedendo l’impegno da parte dell’acquirente a ristrutturare e dare nuova vita all’immobile; altri puntano molto sull’importanza di strutturare una rete di servizi assenti nel borgo, in modo da renderli fruibili alla comunità e rendere vivibili anche i borghi più sperduti ed al momento difficilmente raggiungibili; altri progetti si fondano invece sul mantenimento e lo sviluppo delle realtà agricole, puntando sull’impegno attivo di tutta la comunità.

Ultimamente i progetti di ripopolamento hanno fatto un ulteriore passo in avanti, diventando “di gruppo”: se cambiare vita per il singolo può essere difficile e spaventoso, potersi appoggiare ad un gruppo, sapere che c’è già una comunità che si sta organizzando in tal senso condividendo idee per intraprendere insieme un la via verso una nuova vita, potrebbe infondere il coraggio per fare questo salto, avverare questo sogno.

 

È quanto è successo pochi giorni fa nel piccolo borgo calabrese di Civita, adagiato alle porte del Pollino, in una vallata circondata da alte e boscose montagne. Un paesino arbëreshë, storica comunità albanese, inserito tra i borghi più belli d’Italia. Qui un gruppetto di persone desiderose di cambiare vita sta valutando la possibilità e la fattibilità di un progetto “comunitario” da elaborare insieme, per avverare il sogno dei singoli componenti.

 

Il risultato che ci si augura da tutti questi bei progetti è che nel giro di qualche anno i borghi possano risplendere di vita nuova, puntando principalmente sul benessere degli abitanti (sia quelli nuovi che quelli che già vi risiedono), nel rispetto dell’ambiente, dei ritmi, delle tradizioni e apportando innovazioni tali da migliorare la qualità della vita senza stravolgere la natura del luogo.

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