Castelli infestati in Italia, storie da brivido!

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Ottobre 2022
Anna

Tempo di Halloween, di spettri e streghe, brividi e racconti agghiaccianti. Inaspettatamente anche il nostro Paese conserva luoghi da brivido, suggestive dimore intrise di mistero e terrificanti testimonianze di sinistre apparizioni. Che si tratti di storie reali o di leggende tramandate, ancora oggi attirano l’interesse di tanti visitatori temerari in giro per le nostre regioni in cerca di castelli infestati e case maledette. Qui ne segnaleremo qualcuno…siete pronti?

La leggenda più famosa dell’Emilia Romagna e forse d’Italia è quella del Castello di Montebello in provincia di Rimini e di Guendalina Malatesta, soprannominata “Azzurrina”: una bimba nata albina che a causa dei suoi colori candidi fu ingiustamente etichettata come “strega”. Siamo nel 1300 e la leggenda narra che la bimba, rinchiusa nel castello per protezione dai pregiudizi esterni, sia scomparsa in circostanze sospette inseguendo una palla di stracci nei sotterranei del castello. Una versione forse meno fantasiosa ipotizza che la bambina sia stata fatta sparire appositamente per eliminare le dicerie relative al suo essere albina. Era il 21 giugno 1375, giorno del solstizio d’estate e pare che, proprio in questo giorno, ogni 5 anni, si manifesti la presenza dello spirito della piccola nel castello, con lamenti, suoni e impronte di scarpe sul soffitto.

Rocca di San Leo a Rimini

Sempre nel riminese abbiamo un’altra fortificazione, edificata sulla cima di una rocca: il Forte di San Leo. L’edificio, di epoca romana, venne donato da Carlo Magno alla Chiesa, che ne fece una prigione per coloro che si opponevano al volere papale. È qui che venne rinchiuso l’illustre avventuriero e alchimista, stregone ma anche truffatore Cagliostro, lasciato a morire di stenti in una cella. Pare che la sua anima non abbia mai trovato pace e che tutt’ora si possano udire i suoi lamenti ed i rumori dello spirito che infesta la cella e continua ad eseguire esperimenti.

Anche Imola offre la sua bella dose di brivido, precisamente nel Castello Sforza, edificato su un rudere medievale più volte adeguato dagli Sforza per resistere agli attacchi esterni. Alle soglie del 1500 il castello era abitato dalla contessa Caterina Sforza, donna di grande bellezza, conoscitrice dell’arte oscura dell’alchimia ma soprattutto divenuta simbolo di coraggio, determinazione e spietatezza nella battaglia a difesa del castello contro gli attacchi di Cesare Borgia. A seguito della sconfitta Caterina Sforza fu imprigionata a Castel Sant’Angelo a Roma e morì pochi anni dopo in quel di Firenze. Sono in molti a sostenere che lo spirito di Caterina abiti il castello, dove pare venga avvistata in più di un’occasione: armata a difesa della fortezza, affacciata alle finestre del castello a perscrutare l’orizzonte cercando di prevedere il futuro, ma anche a difesa di un leggendario tesoro raggiungibile solo lungo una stretta scala in cima alla quale appare il fantasma di Caterina che improvvisamente oscura ogni luce.

Neanche la Toscana delude in termini di brivido. Siamo nel Castello di Fosdinovo e qui la donna in questione è Maria Bianca Malaspina: considerata “figlia del diavolo” per via dei suoi colori (pare fosse nata albina anche lei, ma questa potrebbe essere una convinzione mutuata da altre storie simili) visse con difficoltà, incompresa e ribelle. Fin da giovanissima dimostrò grande caparbietà e determinazione nel rifiutare il matrimonio per lei combinato dal padre. Il suo amore, peraltro ricambiato, era per un giovane stalliere. Costretta ad una vita monastica, Bianca Maria Malaspina rifiutò i voti ed anzi continuò la relazione amorosa con lo stalliere, incontrandolo furtivamente. Relazione che il padre di lei ritenne inaccettabile e scandalosa e a cui fu violentemente posto fine con l’uccisione del giovane e la reclusione di Maria Bianca che venne murata nei sotterranei del castello in compagnia di un cane e di un cinghiale, rispettivamente simboli di fedeltà e ribellione. I resti di una giovane donna e dei due animali sono stati ritrovati durante dei lavori di ristrutturazione al castello. Da allora in molti giurano di aver visto donne che camminano nella notte ed aver sentito urla di terrore tra le sale del castello. Nella Sala del Trono una resistente macchia d’umidità ha la forma di una donna affiancata da due animali.

In Lombardia Lecco e Bergamo detengono il primato del brivido rispettivamente nella “casa rossa” e nel Castello di Malpaga. La prima, nota anche come Villa delle Streghe, venne costruita a metà dell’800 dal conte Felice de Vecchi, il quale però non ne godette a lungo in quanto un giorno trovò sua moglie morta in una delle stanze e sua figlia scomparve nel nulla. Alla morte del conte avvenuta poco dopo la villa venne ereditata dal fratello e nuovamente in questi anni una donna perse la vita in modo violento: era la moglie del custode il quale, dal dolore, si tolse la vita a sua volta. Ancora negli anni ’20 del 900 si vociferò di altri omicidi avvenuti all’interno della villa e molti curiosi raccontano che avventurandosi nelle vicinanze della villa si possa assistere a strane apparizioni e sentire sinistri suoni.  Nel Castello di Malpaga a Bergamo invece sarebbe il fantasma del nobile Bartolomeo Colleoni, vissuto nel ‘500, a vagare senza pace spaventando i visitatori. Innamorato di una giovane castellana già sposa di un altro uomo, fu ucciso per mano di quest’ultimo e gettato in un pozzo. Da allora il suo spettro ripercorre silenzioso e discreto quei luoghi alla ricerca della donna amata.

In Liguria, in provincia di La Spezia, si trova la “casa del violino”, dimora di un giovane musicista deceduto a seguito di una lunga malattia. La casa rimase vuota ma pare che il suo violino inizi a suonare da solo nella notte.

Interno castello infestato

Sulla via Trionfale di Roma si trova invece Villa Stuart (oggi famosa clinica riabilitativa), teatro di uno dei più avvincenti racconti da brivido del nostro paese. Sul finire dell’800 la villa, eretta dagli Stuart d’Inghilterra un secolo prima, venne ereditata dalla contessa Emmeline Stuart, la quale era appassionata di occultismo e sedute spiritiche. Insieme a lei abitava il suo amante Lord Allen, il quale si interessò anche lui alla magia nera. Ben presto tutta la nobiltà romana si dava appuntamento presso la villa per partecipare alle sedute spiritiche, molto in voga a quell’epoca. Pare però che la cosa sfuggì di mano alla contessa: gli onerosi compensi pagati per ospitare i più famosi medium europei ed il tempo dedicato alle sedute causarono l’abbandono completo della villa che venne abbandonata a se stessa, i domestici fuggirono a gambe levate, le visite dei nobili romani si diradarono fin quando i due inglesi rimasero soli in una casa al degrado e, a quanto pare, infestata dagli spiriti. Questo non giovò ovviamente alla salute mentale dei due, lui credeva di parlare con il demonio, lei vedeva di continuo la sorella morta. Quando Lord Allen sparì nel nulla, si ipotizzò avesse anche lui abbandonato la contessa, anche se lei raccontava a qualche amica confidente che lui fosse morto ed il suo spirito ancora nella villa. Anni dopo alcuni operai alle prese con la ristrutturazione della villa trovarono lo scheletro di Lord Allen murato in una parete dei sotterranei con un buco attraverso il quale la contessa poteva toccargli la mano.  

Castello sul lago di Bracciano

Sul lago di Bracciano regna invece la storia di Isabella De Medici, padrona del Castello di Bracciano e moglie del principe Paolo Giordano Orsini. Una donna affascinante, poetessa, musicista e poliglotta. I racconti sulle vicende della donna sono divergenti e la causa della sua morte resta un mistero: secondo una versione la donna sarebbe stata strangolata dal marito venuto a sapere del tradimento di lei con suo cugino Troilo Orsini; un’altra versione vuole che sia stato invece suo marito ad innamorarsi di un’altra donna, per avere la quale uccise Isabella facendola credere morta in seguito ad una malattia. Leggenda vuole che il fantasma di Isabella appaia ancora nel castello e passeggi sulle rive del lago con preziosi abiti cinquecenteschi.

In Basilicata il Castello di Lagopesole, situato ad Avigliano (PZ) narra la storia di Elena Ducas, moglie di Manfredi e nuora di Federico II di Svevia, venne rapita per questioni politiche e rinchiusa in questo castello, dove si lasciò morire di fame. Il suo spirito apparirebbe alle volte alle finestre del castello al calar de sole, mentre nelle campagne circostanti vagherebbe il fantasma di Manfredi, in eterna ricerca della sua consorte.
Nel Castello di Valsinni, in provincia di Matera, vaga prigioniero il fantasma di Isabella Morra. La poetessa venne assassinata dai fratelli Cesare, Decio e Fabio in seguito alla scoperta di una corrispondenza segreta che lei teneva col nemico, nobile e sposato Diego Sandoval De Castro. Pare che lo spirito della donna si palesi nella notte con un pianto inconsolabile.

Protagonista della nostra storia pugliese è Armida, giovane e bellissima donna intrappolata in un matrimonio infelice. Si concesse per amore ad un cavaliere ma scoperta dal marito venne rinchiusa in una stanza del Castello di Trani dove si lasciò morire, mentre il suo amante fu ucciso. Lo spirito della donna, capelli neri, occhi azzurri ed un abito grigio scuro, infesta il castello alla ricerca del suo amore perduto.

Rumori di catene, forti sensazioni di presenze invisibili, sospiri e  luci improvvise che provengono dalla Cappella…sono tutte testimonianze di visitatori e custodi del Castello Murat a Pizzo Calabro. Questo Castello custodisce il tragico epilogo della vita di Gioacchino Murat, generale francese, grande condottiero, braccio destro nonché cognato di Napoleone, il quale lo mise a regnare su Napoli. In pochi anni l’ambizioso Re di Napoli divenne grande uomo politico influente in tutta Europa e fu molto amato dal popolo.  Alla conquista di Napoli da parte dei Borbone di Sicilia, il Re salpò dalla Corsica con 250 uomini per riconquistare il suo regno ma una mareggiata che decimò l’equipaggio ed il tradimento di un suo capo battaglione fecero si che al loro sbarco sulle rive di Pizzo Calabro l’equipaggio fosse arrestato e Murat imprigionato nel Castello della cittadina. Qui pochi giorni dopo, a seguito di un processo sommario, il Re di Napoli fu condannato a morte. Fonti storiche narrano l’eroismo di Murat anche in punto di morte, la sua richiesta di mirare al cuore e risparmiare il volto ordinando “fuoco” al plotone causò la commozione dei soldati i quali in prima battuta non riuscirono a colpire il condannato e fu necessario ripetere il comando “fuoco”. Non si ha certezza del destino del corpo di Murat, secondo alcuni è sepolto nella navata centrale della Chiesa di San Giorgio nel Castello, secondo altri fu gettato in una fossa comune cittadina, altre fonti ritengono che venne decapitato e che la sua testa fu consegnata al re Borbone.

Castello di Castellammare di StabiaIl Castello di Castellammare di Stabia a Napoli conserva invece il racconto di una castellana, di cui non si conosce il nome, morta suicida per una delusione d’amore. Diversi testimoni giurano di aver visto una donna di mezza età in abito rosso e capelli nero corvino aggirarsi nel castello ed in particolare nella “Camera degli Angeli”. Pare che lo spirito, non dimentico della delusione subita, per vendicarsi dell’uomo che amava perseguiti principalmente avventori di sesso maschile.

Insomma, anche in Italia potete trovare un bel po’ di brivido. Basta sapere dove cercare!

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