LA MERAVIGLIA DEL MUSABA, PARCO MUSEO A CIELO APERTO, I CUI COLORI DANNO VITA AD UNA SCENOGRAFIA CHE LASCIA SENZA FIATO E RIEMPIE GLI OCCHI DELL’ANIMA
C’è in Calabria un luogo pieno di colore e di meraviglia, dove lo stupore è d’obbligo, dove gli occhi si sgranano e l’anima danza davanti ad una bellezza che coniuga ogni tempo e ogni luogo, storia antica ed epoca moderna, natura e arte, un luogo di creazione pura, un luogo che si chiama Musaba.
COSA SIGNIFICA MUSABA?
Musaba vuol dire Museo Santa Barbara, poiché il parco museo si trova sul promontorio Santa Barbara e recupera un complesso monastico certosino del IV secolo, poi passato agli abati cistercensi tra 1193 e il 1514 con il nome di Abbazia di Santa Barbara. Nel 1969, quando Nik e Hiske, i creatori di Musaba, arrivano sul posto, trovano soltanto un rudere malridotto circondato da una natura selvaggia, non ci sono acqua né elettricità, ma il magnetismo del luogo li spinge a rimanere. La loro visione è quella di recuperare la bellezza della collina grazie alla vita del colore. Riusciranno a realizzare un parco museo a cielo aperto, un’opera di straordinaria potenza artistica e architettonica.
DOVE SI TROVA IL MUSABA?
Il parco museo si trova a Mammola, un paesino della Locride noto per la ricetta dello “stocco”, che si trova tra l’Aspromonte ed il mar Ionio, da cui dista solo 10 chilometri. La sua posizione geografica rispecchia esattamente le due anime naturali della Calabria, una regione con quasi 800 chilometri di costa, ma con un cuore montagnoso e ben tre parchi nazionali: Pollino, Sila e Aspromonte. Il passaggio dal blu del mare al verde dei monti è veloce ed immediato quasi ovunque sul territorio. Oggi il parco Musaba ospita centinaia di specie di piante, mantenendo sempre la supremazia delle specie autoctone, ulivi e macchia mediterranea. La sua presenza è segnalata dal “Concetto Universale”, una mostruosità di colore impossibile da non vedere da lontano.
COME NASCE IL MUSABA?
Nik Spatari era un artista originario di Mammola. Lascia la sua terra giovanissimo e viaggia in tutta Europa, dedicandosi a varie forme artistiche: pittura, scultura e architettura. Durante il suo periodo parigino frequenta personalità come Picasso, Le Corbusier, Jean Cocteau, Max Ernst, Sartre. A Parigi conosce Hiske Maas che diventerà sua moglie e i due decidono a un certo punto della loro vita di tornare nella terra d’origine di Nik, a Mammola. Il fascino magnetico del promontorio di Santa Barbara li rapisce e non se ne andranno più. Nel 1969 inizia il progetto Musaba, da una grande visione che diventerà realtà nell’arco di 50 anni. Nell’agosto 2020 a 91 anni Nik muore, ma sua moglie Hiske continua ad accogliere i visitatori, sempre più numerosi ed a mostrare loro l’anima di Musaba.
COSA SI PUO’ VEDERE E FARE AL MUSABA?
Il Musaba di Mammola è un parco museo laboratorio di arte contemporanea che si sviluppa su un’area di sette ettari arroccata su una collina; un percorso che si snoda tra l’antico complesso monastico di Santa Barbara, l’antica stazione ferroviaria ora sede di un laboratorio di sperimentazioni artistiche per studenti di ogni ordine e grado, la nuova ala museale “Rosa dei Venti”, passando per la “Foresteria”, con la copertura di mosaici ipercolorati, fino al Chiostro, con i suoi mille metri quadrati di pareti esterne che supportano un laboratorio musivo in continua evoluzione, grazie a studenti, bohemien e volontari che arricchiscono il Musaba di opere sempre nuove. Spatari con la sua visione creativa ha richiamato volontari del luogo ed artisti internazionali, insieme hanno adornato la collina di Santa Barbara con opere straordinarie ed uniche al mondo, dalle farfalle giganti piene di bottiglie di vetro colorato alla lucertola a mosaico di 10 metri quadrati nel Chiostro. Le creazioni di Nik sono opere monumentali, grandi decorazioni musive, installazioni su sito che richiamano i testi dell’Antico e Nuovo Testamento, ma anche dell’antico mondo sumero, da Gilgamesh al diluvio universale. Quello di Nik è un genio eclettico e sfavillante, che trasmette elementi anticonformisti, onirici e psichedelici. La sua Opera Prima, che lascia davvero senza fiato, è il gigantesco dipinto tridimensionale che affresca la volta dell’abbazia di Santa Barbara: lungo 14 metri, copre tutta la volta e l’abside, rappresenta il Sogno di Giacobbe ed è stata definita la Cappella Sistina Calabrese. La tecnica utilizzata è un'invenzione dello stesso Spatari: le silhouette sono ritagliate su fogli di legno leggero, dipinte e poi applicate come rilievi sospesi nell'aria. La sua ultima opera è, invece, la Rosa dei Venti, ultimata nel 2013.
Passeggiare per il parco museo Musaba crea un’atmosfera immersiva in cui il visitatore viene avvolto e rapito. La visita al Musaba è un’esperienza unica e surreale, da fare assolutamente almeno una volta nella vita.