Conoscete i Turdilli? Dolci natalizi calabresi per eccellenza: scopriamoli insieme!

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Dicembre 2021
Anna

Sapete qual è uno dei dolci tipici Calabresi delle vacanze natalizie? Si tratta dei Turdilli (in dialetto turdiddi o turdiddri), una specialità diffusa soprattutto nel cosentino e fatta con ingredienti semplici, quelli classici della tradizione dolciaria del sud Italia: farina, uova, vino, miele di fichi o altro miele… Una vera delizia per il palato, provare per credere! 

L'origine dei turdilli calabresi

L’origine dei turdilli è molto antica ed il loro nome richiama la parola greca che sta ad indicare qualcosa di piccolo, come la forma dei deliziosi dolcetti che si presentano come degli gnocchi, con tanto di striature.
Leggenda vuole che questo dolce fu portato in Calabria dal figlio di Ercole, Brezio, fondatore della città di Cosenza.
Si ritiene che i turdilli abbiano origini profane e fossero preparati per il solstizio d’inverno celebrato in alcune regioni del Mediterraneo, e la loro forma, ricordando una spirale, simboleggiava il susseguirsi incessante delle stagioni.

La vera ricetta dei Turdilli calabresi

Qual è la ricetta dei turdilli calabresi?
Eccola qui, una ricetta alla portata di tutti! Gli ingredienti di base sono:
-500 gr di farina  
-50 gr di zucchero
-40 gr di olio extravergine di oliva
-400 gr di miele di fichi
-una spolverata di cannella
-scorza d’arancia (facoltativa)
-250 gr di vino dolce bianco o rosso
-1 uovo (facoltativo)
- olio per friggere

Sugli ingredienti è bene fare una piccola precisazione: quelli facoltativi si riferiscono a diverse varianti della stessa ricetta e possono essere messi oppure no (secondo i gusti); l’uovo aiuta più che altro a legare l’impasto e renderlo più facilmente lavorabile. Secondo noi, la tradizione non vuole l’uovo.  Uno degli ingredienti principali della ricetta è il vino: deve essere un vino dolce, la maggior parte delle persone usa un vino bianco, tipo moscato, ma i più audaci non disdegnano un buon vino rosso. C’è chi in alternativa usa prepararli con il vin cotto o, ma noi crediamo di allontanarci dalla tradizione, con il vermouth. Infine, il miele di fichi per la copertura, su cui si dovrebbe aprire un capitolo a parte perché non si tratta di un miele d’api ma di una melassa a base di fichi cotti preparata da secoli in Calabria con una lunga procedura. Reperire questo prodotto in altre zone d’Italia potrebbe essere abbastanza difficoltoso ma non disperate, potete eventualmente sostituirlo con altro miele d’api.

Turdilli calabresi

Andiamo al procedimento:
in un pentolino scaldate l’olio ed il vino, intanto setacciate la farina ed unitela alla cannella ed allo zucchero; unite olio e vino caldi alle farine ed iniziate a mescolare con un mestolo. È questo il momento per aggiungere, se volete, l’uovo o la scorza d’arancia. Quando il composto è lavorabile, procedete ad impastare con le mani, fino ad ottenere un composto omogeneo e non appiccicoso (aiutatevi aggiungendo farina all’occorrenza).
Procedete poi alla formazione dei turdilli come si fa per gli gnocchi, create dei rotolini dal diametro di 1 cm, tagliateli a tocchetti e create le righe su un rigagnocchi o sui rebbi di una forchetta.
Friggete i vostri turdilli in abbondante olio caldo e fateli poi scolare su carta assorbente.
Per finire, scaldate appena il miele di fichi o altro miele in modo da renderlo più liquido e passatevi dentro i turdilli delicatamente, in modo che assorbano il miele. Disponeteli su piatto da portata e se volete decorate con diavolini di zucchero colorati.
Allora, non sono una bontà?

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