San Martino: storia, modi di dire e gastronomia legati al Santo di Tours

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Novembre 2021
Anna

“A San Martino ogni mosto è vino”, “fare San Martino”, “è l’estate di San Martino”…quante volte vi è capitato di pronunciare queste frasi? San Martino di Tours, uno dei primi Santi non martiri proclamati dalla Chiesa Cattolica, si celebra tra pochi giorni, l’11 novembre. Centinaia di chiese in tutta Italia, numerosi modi di dire, tradizioni, feste e prodotti gastronomici sono legati al Santo.

Chi era Martino di Tours?

È stato un vescovo Cristiano del tardo Impero Romano, vissuto nel 300, nato nei territori romani  dell’attuale Ungheria, cresciuto per i primi anni di vita a Pavia e poi spedito in Gallia come soldato dell’impero. È qui, ad Amiens che avviene il suo primo e più famoso miracolo: in una fredda notte invernale, mentre era di ronda a cavallo, Martino incontrò un mendicante nudo e, impugnata la spada, tagliò parte del suo mantello da soldato cedendola al sofferente. La stessa notte sognerà Gesù coperto dello stesso ritaglio di tessuto ed al mattino al suo risveglio, ritroverà il suo mantello intero. L’evento segnò il suo destino: successivamente si battezzò divenendo cristiano, fu attivo nella lotta all’eresia ariana e divenne prima monaco, fondando il primo monastero d’occidente, poi vescovo di Tours con grande acclamazione del popolo. Essere vescovo non gli impedì di praticare ancora la semplicità, la generosità, la rinuncia ascetica e la forte attività missionaria. Grazie all’impronta data alla sua vita e ad alcuni miracoli riconosciutigli (gli sono attribuite 3 resurrezioni) morì in fama di santità nel 397 e fu sepolto l’11 novembre, data in cui viene ricordato in tutto il mondo.

Tradizioni, feste e modi di dire legati a San Martino

È proprio alla data dell’11 novembre che si lega quella che è viene chiamata “l’estate di San Martino”: si tratterebbe di un cambio climatico che avverrebbe proprio nei primi giorni di novembre rendendo l’aria piacevolmente mite ed interrompendo, almeno per pochi giorni, l’avanzata del freddo invernale. La tradizione cristiana vuole che questo avvenga in onore del tepore, del riparo dal freddo, provato dal viandante che nella notte gelida e piovosa ricevette metà mantello da Martino, ancora soldato.
Ma i primi giorni di novembre sono comunque un periodo dell’anno in cui il mondo agricolo si ferma dai lavori nei campi e festeggia i frutti della terra. Il modo di dire diffuso in Lombardia ed un po’ in tutto il nord Italia “fare San Martino” vuole dire, simbolicamente, traslocare e si rifà proprio alla necessità dei mezzadri e affittuari che, storicamente, finiti i lavori agricoli erano spesso costretti a lasciare un podere spostandosi in un altro per il nuovo anno.
Ed è altresì in concomitanza con San Martino che la tradizione rivive in feste sparse in tutta Italia. Come in Abruzzo, dove nel paesino di Scanno le contrade si sfidano nel dare vita al fuoco più grande, le cosiddette “glorie di San Martino”, oppure in Emilia Romagna, dove a Casalecchio di Reno (ma anche in tutte le altre città in cui il Santo è protettore) viene organizzata una sfilata a suon di campane con San Martino a cavallo e tante attività ed eventi artistici e culturali.

Gastronomia, piatti e dolci legate a San Martino

Impossibile non menzionare il legame che ormai lega indissolubilmente il giorno di San Martino con il vino nuovo. È dato quasi certo che alla data dell’11 novembre il vino vendemmiato è ormai buono da bere. E lo sanno bene in molte regioni d’ Italia, come in Calabria e in Puglia, dove al motto di “a San Martino ogni mosto e vino”, famiglie intere si riuniscono per assaggiare il vino nuovo, gustandolo con le castagne e delle frittelle semplici (composte da sola farina acqua lievito e sale) e golosissime, che in Calabria prendono per lo più il nome di Crespelle (grispedde), mentre in Puglia si chiamano Pettole (péttule).
In Sicilia, al vino novello si affiancano i biscotti di San Martino aromatizzati all’anice: si tratta di un impasto che viene infornato ben tre volte in modo da risultare molto secco e duro, da gustare poi inzuppato nel moscato di Pantelleria.
Anche il Veneto prepara i suoi biscotti per San Martino: qui, con dovizia di particolari, la semplice pasta frolla prende la forma di Martino a cavallo, con tanto di spada e mantello, il tutto impreziosito da glassa, cioccolatini, confettini e caramelle colorate.

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